Defibrillatori Esterni Semiautomatici: Istruzioni per l’uso
Le malattie Cardiovascolari sono una delle principali cause di morte nel XXI secolo: in questo articolo proponiamo le informazioni di base su cosa sono e come si utilizzano i Defibrillatori Semiautomatici Esterni (DAE)
Il Defibrillatore è un dispositivo medico utilizzato per combattere la Fibrillazione Ventricolare: sono milioni i decessi che ogni anno sono dovuti a malattie cardiovascolari, circa il 45% della mortalità in generale. Un defibrillatore è composto essenzialmente da una coppia di elettrodi (da applicare sul torace del paziente) e il corpo centrale, adibito all’analisi delle condizioni di vita in prima istanza e, successivamente, al rilascio di una scossa elettrica: lo scopo della fibrillazione è di rilevare e di interrompere le alterazioni della frequenza cardiaca attraverso una scarica elettrica che, in un primo momento azzera il battito cardiaco e in seconda battuta lo ripristina secondo la giusta frequenza.
Esistono diverse tipologie di defibrillatori, essenzialmente riconducibili a queste 4 categorie:
- Manuali;
- Semi Automatico Esterno (DAE);
- Automatico Interno;
- Interno;
Per via del Progetto Nazionale Diffusione Defibrillatori, tutti i soggetti colpiti direttamente e non, hanno dovuto dotarsi di Defibrillatori DAE: questi, a differenza delle altre tipologie citate pocanzi, hanno la peculiarità di riconoscere automaticamente le condizioni di vita in cui versa il paziente e agire solo quando è strettamente necessario, ossia quando riconoscono una fibrillazione ventricolare. Questa nuova tipologia di defibrillatori, oltre alle migliorie riscontrate in fase diagnostica, sono dotati di batterie al litio che ne impongono una minore manutenzione e una maggiore durata dell’apparecchio: ricerche in passato hanno dimostrato che, tra tutti i possessori di defibrillatori, circa l’8% sottoponeva l’apparecchio ad accurate e continue manutenzioni; la nuova gamma di Defibrillatori DAE della Mindray è dotata di batterie al litio che, oltre a garantire una durata molto più lunga dell’apparecchio, ne riduce significativamente il peso nonché la manutenzione.
Un’altra importante classificazione riguarda la tipologia di onde utilizzate, abbiamo essenzialmente:
- Onde Monofasiche;
- Onde Bifasiche;
Le prime, peculiari dei primi modelli di defibrillatori, agivano in modo standardizzato sui pazienti, senza tener conto della tipologia di impedenza che si potesse riscontrare, (per impedenza si intende l’opposizione che incontra la corrente elettrica durante il suo passaggio attraverso un corpo) rendendo molto più arduo il compito dell’operatore, che doveva riuscire a dosare l’energia elettrica senza arrecare ulteriori danni al paziente. Altra cosa sono le Onde Bifasiche che permettono di sprigionare un’onda diversa a seconda dell’impedenza del paziente: è importante sottolineare come queste tipologie di onde permettano di fibrillare con più bassi livelli di energia.
La Defibrillazione in 4 passaggi
Utilizzare il defibrillatore è compito del personale autorizzato o quantomeno di persone che abbiano sostenuto un corso di primo intervento e che dunque abbiano la qualifica per usarlo. Sostanzialmente il processo operativo di un defibrillatore si compone di quattro fasi principali:
- Accensione del dispositivo;
- Collegamento elettrodi: le placche adesive indicano la zona in cui vanno collegate sul torace del paziente (generalmente al margine sternale superiore destro e costato inferiore sinistro);
- Analisi del ritmo cardiaco;
- Verifica condizioni di sicurezza ed erogazione scarica elettrica;
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