Che cos’è la Magnetoterapia: Storia e utilizzo dei Campi Elettromagnetici
L’utilizzo dei Magneti è sempre stato oggetto d’interesse da parte dell’uomo: studi, usi e terapie mediche si sono strutturate attorno ai campi magnetici. In questo articolo cerchiamo di inquadrare il potere delle Onde Elettromagnetiche e i relativi effetti per fare un po’ di chiarezza sulla Magnetoterapia.
Tre secoli di sperimentazione: la Magnetoterapia nel Tempo
L’utilizzo terapeutico dei magneti affonda le radici nel tempo: è agli antichi greci che va dato il merito della scoperta della Magnetite, nome che deve la sua etimologia all’antica città greca di Magnesia, importante giacimento di questo minerale con la più intensa proprietà magnetica esistente in natura. La prima forma di utilizzo, o di sperimentazione se vogliamo, risiede nella dimensione medica attraverso un’eterogenea forma di usi e d’applicazione: dalla somministrazione orale sotto forma di pillola, all’utilizzo per la creazione di unguenti medicamentosi per la cura di ferite, dolori articolari, gonfiori articolari e altre patologie attinenti l’apparato muscolo scheletrico.
Tappa fondamentale per gli studi sul Magnetismo e sull’Elettromagnetismo è la Rivoluzione Scientifica: è in questi anni che hanno visto la luce i primi Magneti Artificiali di acciaio in carbonio (1649 – 1655) e, qualche anno più tardi (1826 – 1928) i primi Elettromagneti Terapeutici, ad opera dell’ingegnere inglese W. Sturgeon e al fisico americano J. Henry. Invenzioni che hanno creato le condizioni favorevoli per la formulazione della prima teoria del campo elettromagnetico ad opera del fisico inglese J. C. Maxwell che, nel 1864, formulò le nozioni dei fenomeni elettrici attraverso le Equazioni di Maxwell.
XX secolo, Boemia, è qui che si sono avuti i riscontri più importanti sulla Magnetoterapia: studiosi come Grüner, Jerabek, Chovojka sono stati dei pionieri nello sperimentare questa metodica per la cura di svariate patologie nonché coadiuvando la stessa terapia nella guarigione di fratture composte.
Campi Magnetici: dalla teoria alla pratica
I numerosi studi sul magnetismo, e in particolare quelli focalizzati sullo studio del Campo Magnetico hanno permesso di individuare i Parametri Biotropici, ossia le caratteristiche “fisiche” dei campi magnetici da prendere in considerazione per determinarne l’efficacia terapeutica.
L’utilizzo terapeutico del campo magnetico pulsato incide in modo eterogeneo sull’organismo:
- Si registrano cambiamenti positivi di alcuni enzimi e processi biochimici che giocano un ruolo fondamentale nel processo di azione del trattamento;
- Gli ioni contenuti nelle cellule e nei sistemi colloidali reagendo alle scariche elettriche incentivano l’assorbimento del campo magnetico che, incidendo sulla struttura dei sistemi idrici, va a stimolare l’apporto di sostanze dalla cellula verso l’ambiente e viceversa;
- I rischi legati all’utilizzo di questa metodica terapeutica risultano solo con l’utilizzo dei campi magnetici a bassissima induzione (pari a unità o a decine di microtesla), gli studi hanno evidenziato che già con l’utilizzo di campi magnetici di 3 livelli superiori non sono presenti effetti collaterali anzi, l’utilizzo di campi magnetici con induzione pari ad alcuni millitesla (mT) o al massimo decine di millitesla, possono essere utilizzate positivamente per il trattamento di svariate patologie;
Appare chiaro come il passaggio delle correnti elettriche attraverso i solenoidi (una tipologia di bobina utilizzata come induttore) agiscano sui tessuti ed incidano sulla distribuzione delle cariche disposte sulle superfici delle membrane e quindi a stimolare opportune risposte biologiche indirizzate verso la naturale omeostasi. Importanti studi in materia confermano quanto la bassa induzione dei campi magnetici coadiuvata dalla corretta impostazione dei Parametri Biotropici, possano avere effetti positivi sul paziente anche dopo trattamenti molto lunghi.
La proliferazione di studi scientifici ha dato un grosso input nella creazione di apparecchi e procedure mediche basate sull’utilizzo dei campi magnetici: considerata l’ampiezza dello spettro d’azione e gli effetti che questi ha sull’organismo, di seguito vengono riportati gli strumenti e le procedure mediche più conosciute.
APPARECCHIATURE
- Magneti Permanenti
- Magnetofori
- Biolampade
Magnetoterapia, la procedura medica più diffusa
La Magnetoterapia rientra tra le metodologie di Elettroterapia senza contatto: a differenza di quest’ultima che sfrutta la componente elettrica del campo magnetico, la Magnetoterapia utilizza l’induzione elettromagnetica a bassa intensità di corrente (100 volte inferiore all’Elettroterapia) per stimolare precisi processi biochimici tralasciando l’effetto termico.
Il campo magnetico può essere
- Statico
- Alternato
- Pulsato
Largamente utilizzata è la Magnetoterapia che utilizza Campi ElettroMagnetici Pulsanti (C.E.M.P) che si suddivide in:
- Bassa Frequenza (0 – 150 Hz)
- Alta Frequenza (9 – 250 MHz)
Nonostante la scienza non ritenga la Magnetoterapia una terapia valida, essa si configura come una metodica curativa dai diversi benefici e non invasiva. Tuttavia, escludendo l’effetto termico, non ci sono particolari effetti collaterali se non rare controindicazioni
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